Life is a laugh.


Words are flowing out like endless rain into a paper cup,
they slither while they pass, they slip away across the universe.

Thoughts meander like a restless wind inside a letter box,
they tumble blindly as they make their way across the universe.

In the depth of winter, I finally learned that there within me lay an invincible summer.

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lunedì 19 settembre 2011

Ottantacinque.

raccomand.azioni
Uno solo è il campo in cui la bravura viene premiata davvero, in cui la fortuna ha la sua solita parte ma può esser contrastata; ma soprattutto, uno solo è il campo in cui le raccomandazioni davvero non ti sanno portare da nessuna parte.
Questo di cui parlo, è quello da calcio. O da tennis, hockey, pallavolo, basket, quello che vi pare.

Lo sport funziona in maniera logica e lineare, credo: se sei bravo vinci. Se sei scarso perdi.
Detto questo, poco importa che tu sia figlio dello zio del cugino del genero del migliore amico di te stesso, che poi ha sposato il proprietario della squadra.
Chi se ne frega, voglio dire.
Devi essere capace, se no ciccia.

Con questo, s'intende, che tu sia figlio di chi sei figlio non gliene frega niente a nessuno nemmeno nel senso opposto: non che tu avendo padre sportivo non possa fare sport, ecco.
Io non ne so niente di nulla - non so neanche saltare la corda, voglio dire - ma ho come l'impressione che Maldini (Cesare) e Maldini (Paolo) fossero parenti, mi sembrava, dico solo questo.

venerdì 17 settembre 2010

Settantuno.

Running over the same old ground,
what have we found? The same old fears!

C'era una storiella di un uomo che si buttava giù dal cinquantesimo piano.
Ormai nell'aria, parlava con sè: fin qui tutto bene, fin qui tutto bene. Era al quarantesimo piano. Anche al trentesimo piano andava tutto bene. Così al ventesimo, all'undicesimo, al decimo e anche al nono. Fin qui tutto bene, pensava, fin qui tutto bene.

Allo stesso modo ho paura di trovarmi ancora così, di sentirmi come mi sono già sentita, di rimanere di nuovo intrappolata e ingarbugliata e incatenata a qualcosa, o qualcuno, per poi schiantarmi contro la solita vecchia realtà (che sa di pavimento sporco e troppo calpestato).
E per quanto il volo possa essere bello il timore rimane, penso forse troppo al futuro? Come fare a non guardare avanti, nè indietro?

Fin qui tutto bene.
Il problema non è la caduta. è l'atterraggio.


mercoledì 15 settembre 2010

Settanta.

Ti ho qui, sotto la mia pelle!



b r e a t h e o u t s o i c a n b r e a t h e y o u i n
- h o l d y o u i n -

mercoledì 8 settembre 2010

Sessantanove.

Stasera sono più pragmatica, ma solo per linkarvi qualcosa, una pubblicità.
E' geniale, divertente, spettacolare, e soprattutto interattiva.
Mi fa troppo ridere.

The Tipp-Ex Experience

Quando vi lascia carta bianca, potete scrivere qualsiasi verbo (in inglese) vi venga in mente.
C'è da sbizzarrirsi!

Io mi sto divertendo un casino. Provate a scrivere anche solo joke. Rido come una matta!

martedì 31 agosto 2010

Sessantotto.

Niente paura, ci pensa la vita!
- mi hanno detto così..
Pensare cose banali a volte mi conforta.
Dato che c'è qualcuno che mi dà della matta.. Se penso cose che sono state già pensate sicuramente sono nella norma.
Almeno questo!

Pensavo che cambio in base alla situazione, ma penso che lo pensino tutti, insomma è un pensiero comune.. la mia testa è troppo pensante e pensierosa e pensosa.
Insomma.

Poi vorrei fare un elenco delle cose che mi piacciono di più al mondo.
Le più belle di tutte proprio.
E' difficilissimo!
Non so quale mettere per prima. Forse è solo un elenco, e non una classifica..
Voglio dire, se lo chiedessi a qualcuno. O a tutti.
Andare in giro a chiedere solo - qual è la cosa che preferisci?
Piano piano mi vengono in mente.
L'altro giorno pensavo agli abbracci.
A quanto è bello abbracciare le persone strettestrette, o farsi abbracciare.
Questa sicuramente va nell'elenco.
Quindi direi che mi piacciono gli abbracci!



giovedì 22 luglio 2010

Sessantasette.

Oh, Romeo, yes.. I used to have a scene with him

I dadi erano truccati, fin dall'inizio; io ci ho scommesso ugualmente, e tu mi sei esploso nel petto.
E quella canzone, quella del film, me la sono dimenticata ormai - è passato così tanto tempo.
Quando ti renderai conto che era il momento ad essere sbagliato?

Arrivavamo da passati diversi, ma erano per entrambi esperienze di cui vergognarsi, alcune sporche, alcune meschine. E cercavamo la stessa cosa.
Così ho sognato tutto un sogno per te, finchè adesso il sogno è reale, è vero, è qui.
E tu riesci, nonostante tutto, a guardarmi come se fossi solo un altro dei tuoi giochetti?

Quando facevamo l'amore, piangevo.
Ti dicevo di amarti quanto le stelle nel cielo, dicevo che ti avrei amato fino alla morte.
Forse c'è un posto per noi, e tu alla fine quella canzone la conosci ancora..
Ma quando ti renderai conto che solo il momento era sbagliato?

In realtà non so fare discorsi come quelli che senti in televisione,
nè so scrivere una canzone d'amore per come dovrebbe essere scritta.
Non so fare quasi niente, anche se per te farei qualsiasi cosa.

E allora tutto ciò che faccio è sentire la mancanza - di te, di com'eravamo, di come stavamo insieme;
tutti ciò che faccio è mantenere il ritmo, e le cattive compagnie;
tutto ciò che faccio è baciarti attraverso i versi di questa poesia.



sabato 10 luglio 2010

Sessantasei.

Fulminata
E' così brutto avere un'ombra sulla testa!
Qualcosa che ti copre sempre dalla luce del sole, qualcosa che fa sì che tu non possa esporti, che ti nasconde sempre!
Puoi vivere contento nella tua oscurità, puoi essere allegro anche al buio - ma vuoi mettere? Le nuvole con il sole?
Il caldo dell'accettazione, la chiarezza delle cose - in contorni definiti. Invece sotto l'ombra tutte le ovvietà scompaiono.
Che poi, cosa sto dicendo?
Penso di aver paura del buio, come quando ero bambina.
Dovrai ripetermi ogni cosa tre volte, una non basta dal momento che non ti vedo, non vedo cosa sta succedendo, non vedo niente, non vedo.
E' così brutto avere un'ombra sulla testa!


martedì 6 luglio 2010

Sessantacinque.

S(con)volgimenti
Alcune cose mi sconvolgono, mi prendono direttamente lo stomaco, senza una grande spiegazione; alcune cose che sapevo, ma che non sapevo di sapere. Insomma, quante volte faccio finta di non accorgermi di mille segnali? Quante volte scherzo e rido su realtà?
Odio quest'ansia che mi riempe i polmoni, lasciando così poco spazio all'ossigeno.
Ho veramente bisogno di chiarezza, qualche volta. Il dubbio è troppo ampio, è troppo grande, invadente. L'età dei perchè per me arriva adesso - ma passerà?
Perchè al tramonto vedo il sole rosso?
Perchè i Queen parlano di me?
Perchè questo sta succedendo?
Perchè non capisco più niente?
Perchè non respiro?
Ma, soprattutto, perchè faccio foto alla gente appena sveglia?


Is this the real life? Is this just fantasy?



N o e s c a p e f r o m r e a l i t y .

mercoledì 30 giugno 2010

Sessantaquattro.

this is my land - reach me!
Svegliarsi la domenica mattina e vedere che manca il latte, e che è troppo tardi per andare a comprarlo perchè il supermercato chiude alle 13.15 e tu ti sei alzato verso le 13.16 circa. Accidenti.

Comunque non so perchè preferisco i tramonti all'alba, forse non c'è neanche una ragione.
E' che le albe mi sembrano tutte uguali e i tramonti così diversi. Ma quando lo dico alle persone non mi credono e mi rispondono che le albe sono tutte differenti, e allora penso che sono io che mi sono persa qualcosa, che c'è qualche dettaglio che mi sfugge, e sì che di colori ne vedo tanti eh.
Ma a me i tramonti piacciono di più. E basta, cacchio!
C'è da discuterne?
Tanto, cosa cambia?
A me piacciono i tramonti e a te piace l'alba, a me piace il sole e a te la luna, io vivo di giorno e tu di notte. Va anche bene, dico io. A me i contrasti non infastidiscono. Va tutto bene, no?
E poi, non dimentichiamoci che qui nessuno è solo. Anche se non amo Tiziano Ferro in generale, questo è importante!
Nessuno è solo!



martedì 12 gennaio 2010

Cinquantuno.

In the depth of winter,
I finally learned that there within me
lay an invicible summer.
Scrivo così poco ultimamente.
E non ho ancora ricominciato a scattare foto.

E' il freddo.
Quello fuori e quello dentro.
Quello solo e quello in compagnia.
E' il freddo.
Con le mani in tasca non riesco ad impugnare la macchina fotografica.
Con la sciarpa fin sopra al naso non riesco più a parlare con le persone.
Le guardo con gli occhi scoperti e taccio, non muovo le braccia per la giacca che mi ingombra ogni movimento.

Preferisco l'estate, dove ho gli occhi coperti dagli occhiali da sole ma posso esprimermi con tutto il mio corpo.
Preferisco la primavera, dove posso abbracciare chi voglio e ballare nei parchi.

Sai, dovrei smetterla con questa mia metereopatia.
Mi rovina metà anno.
E' stupido, controproducente, autolesionistico.

Com'era quella frase così vera?
"Nel pieno dell'inverno ho finalmente capito che dentro di me è insediata un'estate invincibile."

venerdì 18 settembre 2009

Trenta.

Post-it.
Buon giorno, bellezza.
Hai dormito bene questa notte?
Scusa per l'orario, ma sai che amo scrivere con affianco il sole che sorge; con lui mi si sveglia il cervello, e anche qualche idea, talvolta.
Volevo solo ricordarti che ti amo.

Ci tenevo a ricordartelo perchè in questi giorni l'Angie è triste; oggi pomeriggio - in un patetico(*) tentativo di liberazione - si è ubriacata, ed è stata piuttosto male. Mi mette molta malinconia e mi ricorda che tutto ciò che comincia finisce, che in fondo abbiamo solo questi stupidi sedici anni, che nulla è veramente importante e blablabla, tutte quelle cose lì, insomma.
Quindi volevo ricordartelo.

Inoltre ho pensato che io per Bob non l'avrei mai fatto, e che io e Angie siamo proprio diverse. Quando mi sono vista Bob scappare.. A me è successo più volte, come sai. La seconda volta ho pianto per tre giorni, poi mi sono detta "Basta, così non funziona"; ho preso in mano la situazione e così tutta la mia vita, ho deciso che lo rivolevo, e me lo sono ripreso. Ci è voluto del tempo, ma ci vuole sempre del tempo - sai che sono una tranquilla e paziente, sempre - e infine ho ottenuto quello che volevo. La terza (e ultima) volta che mi sono trovata nella stessa situazione ho pianto per 3 giorni ancora per poi ripetermi "Basta, così non funziona"; ho preso in mano la mia mente e quelle inutili lacrime, ho deciso che non lo rivolevo. Con camla e con tempo, ho imparato dai miei errori. Nel giro di un mese stavo con un altro, e questo è stato il mio patetico(*) tentativo di liberazione. Una storia insignificante: pensavo a Bob, ancora, però è stato un tentativo. Ci ho provato, a dimenticarlo; scambiando un fugace sprizzo di vita con l'inizio di una passione, e pensando, alla fine, ancora a lui. Ma, vedi, sempre meno.
Finchè non sei arrivato tu, e quando sei venuto a predermi quel lunedì, una sorpresa in bicicletta, me l'hai cancellato dalla mente.

Sai cosa significa questo?
Che la mia Angie è debole, perchè oggi pomeriggio per combattere la tristezza ha bevuto, e io non l'avrei fatto - per orgoglio o forse per preconcetti stupidi.
E vuol dire anche che la nostra Angie ha bisogno del suo Jude.
Però, vedi, deve capitare. E noi lo aspetteremo.

Sai, volevo solo ricordarti che ti amo.



P.S.
La foto soprastante non è stata scattata da me, nè sono io il soggetto. L'ha fatta un mio amico, e mi piace un casino. Spero non sia troppo fuori luogo..

(*) è solo una precisazione. Può sembrare inutile a molti, ma ci tengo particolarmente: la parola patetico può essere mal interpretata. Con patetico non intendo ridicolo nè superfluo; intendo l'aggettivo nel suo significato primo, nella sua derivazione dal greco "pathos" (da brava classicista). Non intendo dunque qualcosa di offensivo quanto emozionale e quasi disperato.

giovedì 10 settembre 2009

Ventinove.

Palle.

So che la gente non ha voglia di leggere i testi delle canzoni che scrivo qui, anche perchè se qualcuno fosse interessato, potrebbe benissimo cercarli per fatti suoi.
Tuttavia ci tengo molto, da brava musicista, e qualche volta mi colpiscono a tal punto da pubblicarli.
Ovviamente non c'è mai una sola intepretazione per ogni testo, ognuno ci vede dentro qualcosa di diverso, qualcosa di suo; cosa che trovo fantastica, ma questi si possono classificare come viaggi mentali.
Questo brano è di uno di quei pochi autori italiani che adoro, Bennato, ed è nell'album che contiene tutte le canzoni con riferimenti a Pinocchio. La canzone fa riferimento alla fata della favola, la fata turchina, ma partendo da questa parla poi della donna in generale, della figura femminile e simili.
E' bello come propone in chiave femminista tutto questo discorso, essendo lui un uomo, partendo dal lato più dolce della donna. La presenta come una figura schiacciata, sognatrice repressa, piena di aspettative deluse. Leggendo in giro alcune interpretazioni del testo, molti sostengono che nel dire "non puoi pretendere di più" s'intenda quanto sia costretta la femmina all'interno di alcuni atteggiamenti maschili. Mi spiego: nella canzone Bennato racconta che la donna s'accontenta di essere adulata, e in cambio di questo è resa quasi schiava dell'uomo. In realtà quel suo "non puoi pretendere di più" lo trovo più legato allo stereotipo femminile e principesco, la fiaba, l'uomo che s'innamora e fa di tutto per la sua amata eccetera eccetera. Non puoi pretendere di più ma non te ne rendi conto, perchè sei cresciuta con le principesse che vengono salvate a cavallo e sai che quello è ciò che vuoi, niente di più, niente di meno. Non posso pretendere di più nel senso che non lo desidero. Non nel senso che lo voglio e non oso chiederlo.

Spero di essere stata chiara nel mio ragionamento contorto!

«C'è solo un fiore in quella stanza,
e tu ti muovi con pazienza.
La medicina è amara ma
tu già lo sai, che la berrà.

Se non si arrende: tu lo tenti.
E sciogli il nodo dei tuoi fianchi,
che quel vestito scopre già..
Chi coglie il fiore, impazzirà;

farà per te qualunque cosa.
E, tu, sorella, e madre, e sposa;
e tu, regina o fata,
tu non puoi pretendere di più.

E, forse è per vendetta,
forse è per paura,
o solo per pazzia..
Ma, da sempre,
tu sei quella che paga di più;
se vuoi volare, ti tirano giù;
e, se comincia la caccia alla streghe,
la strega sei tu.

Insegui sogni da bambina,
e chiedi amore, e sei sincera.
Non fai magie nè trucchi, ma
nessuno ormai ci crederà.

C'è chi ti urla che sei bella,
che sei una fata, sei una stella..
Poi ti fa schiava.
Però.. no, chiamarlo amore,
non si può.

C'è chi ti esalta, chi ti adula,
c'è chi ti espone anche in vetrina..
Si dice amore, però.. No.
Chiamarlo amore? Non si può.
»



sabato 5 settembre 2009

Ventotto.

(Copiato dal questionario Paolo Di Stefano,
liberamente ispirato dal famoso gioco di Marcel Proust)

Il tratto principale del suo carattere?
La curiosità.
La qualità che preferisce in un uomo?
Banalmente, l'ironia.
..E in una donna?
La modestia.
Il suo principale difetto?
La pigrizia.
Il suo sogno di felicità?
Sentirmi arrivata.
Il suo rimpanto?
Spero di non averne.. odio i rimpianti, piuttosto i rimorsi.
L'ultima volta che ha pianto?
L'altro giorno, in preda ad una crisi isterica.
L'incontro che le ha cambiato la vita?
Non lo so.. potrebbero essere tanti.
Sogno ricorrente?
Una fuga senza scampo, un'inseguimento senza fine.. nella disperazione mi fermo e mi nascondo, quando l'inseguitore sta per trovarmi mi sveglio, senza mai sapere se verrò scovata, e senza scoprire neanche cosa mi succederà una volta acciuffata.
Il giorno più felice della sua vita?
Suppongo non sia ancora giunto..
..E il più infelice?
Neanche questo.
La persona scomparsa che richiamerebbe in vita?
La mia vecchia tata.
Quale sarebbe la disgrazia più grande?
Perdere una persona cara.. soprattutto se giovane, o giovanissima.
Il colore preferito?
Verde, blu, arancione, giallo.
Il piatto preferito?
Il cioccolato conta?
Bevanda preferita?
Il latte prima di tutte, poi la limonata.
Il suo primo ricordo?
Moneglia, mio padre e mio zio che mi insegnano a nuotare, mia mamma e mia zia che guardano ridendo..
Libro preferito di sempre?
Il gabbiano Jonathan Livingston, di Bach.
Libro preferito degli ultimi anni?
Lolita, di Nabokov.
Autori preferiti in prosa?
Mhm, sono indecisa.
Poeti preferiti?
Ungaretti, Beckett.
Cantante preferito?
Bruce Springsteen tutta la vita.
Il suo eroe e la sua eroina?
Sono tutti personaggi di fantasia, o quasi.
I suoi attori preferiti?
Johnny Depp in assoluto, ma anche Meryl Streep.
La trasmissione televisiva più amata?
Veronica Mars, Gost Whisperer.
Film cult?
Across The Universe, Donnie Darko.
La canzone che canta sotto la doccia?
Bohemian Rhapsody, dei Queen.
Se dovesse cambiare qualcosa del suo fisico?
Le caviglie.
Personaggio storico preferito?
Sicuramente uno dell'antica Grecia, ma ora non me ne viene in mente uno particolare.
Personaggio politico più detestato?
Tutti, temo.
Il suo primo amore?
Le parole.
Il dono di natura che vorrebbe avere?
Vorrei essere più ginnica, più elastica, ma più di tutto vorrei essere portata per l'arte.
Cosa detesta di più?
I segreti, i sotterfugi, le bugie, i tradimenti, le pugnalate alle spalle.
Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?
Quelle che non implicano violenza, quelle involontarie, quelle dettate dal dolore o dalla curiosità.
Come vorrebbe morire?
Il più tardi possibile, senza rimpianti.
Stato d'animo attuale?
Sono serena.
Il suo motto?
"Sorridi: domani sarà peggio"
"Life is a laugh"
"ανθεα ηβης"



lunedì 31 agosto 2009

Ventisette.

Che ridere..
Simo con i suoi problemi d'amore, e noi che lo aiutiamo sempre come possiamo, "Bea fammi i grattini, ti prego", "no te lo giuro!", e quando ci ha stupiti tutti sul palco a ballare Michael Jackson..
la Faby, che come sempre a fine luglio è partita, la parole crociate e le minchiate sulla spiaggia, con i suoi smalti dai colori improbabili..
Ale Magnani con la sua grigliata e le partite di calcio, che gli ho dato quasi sempre buca (gh)..
Ale Sozzi vestito a tema il venerdì sera, i suoi discorsi fatti apposta per farmi innervosire, dietro la console a fare il coglione, Marinella..
la Frà che soffre il solletico sulle gambe, il segno dell'abbronzatura degli orecchini, che ascolta sempre le mie cazzate..
la Vale "ci sono novità?" "nono.. dopo però facciamo una passeggiata", e gli addominali, la ranetta, le foto..
la Gre con le sue sfilate e quei due o tre racconti a tavola..
Marcolino che cerca di convincere mia madre a mandarmi da Opale, "Bea fammi un massaggio", e anche lui con i suoi casini sentimentali..
Deeevid vestito sempre di arancione, "ciao Beeeea", "e Rodrigo come sta?"..
Nico con le sue liste assurde per le cene fuori e i suoi casini perenni, i racconti di tutte le volte che si è fatto male, "ciao grande", "..sigaretta?"..
Cri che si tortura le mani e io lo sgrido ogni volta che lo vedo, e gli racconto le mie minchiate..
Marco Dollera che sta zitto con la faccia seria, "palle", e mi implora di smetterla con le mie battute..
il Canni che ride sempre ai miei giochi di parole e si aggrega, impegnandosi pure..
la Marty, anche lei in ansia per disordini sentimentali, "ma tu sei scemo dove ti pettini", e la coreografia di Thriller..
Giulio che non gli si può toccare la pancia, con la carbonara e l'erba luisa..
l'Edo sempre ubriaco la sera, con l'iPhone e le sue cazzate..
la Naty che parte per l'Australia, sempre vestita uguale e l'accento parmigiano..
Dani che quando mi vede dice sempre la stessa cosa (-.-), "mi farai vedere le tette un giorno?", e la bionda sarda, Cagliari..
la Sara Torino che poverina è distinta dall'altra Sara per la città di provenienza, abbronzatissima e sorridente, a giocare a pallavolo con la rete..
Matte che se la tira sempre e comunque, la bandana in testa e l'Harley..
Andre Varsi che segue Dani con le sue cazzate, "bea, virgola..", che arriva in macchina con la musica assordante che si riconosce a kilometri di distanza..
Luca piccolo con i suoi seimila figli (Giulio, Cesare, Ottaviano, Augusto, Leonida..) e le sue figlie femmine che fino a 21 anni non usciranno di casa, i Gucci da zarro..
Fede Caste con Varsi e Dani quando mi vedono, e qualche chiaccherata sugli scogli, le soppracciglia curate minuziosamente dalla Greta, "com'è?! t'apposto?"..
Luca e le sue imitazioni di Topolino, bestemmie senza sosta, "mmmmmerdaaa!", "insistisci, insistisci", "volaaa!" e lo slippino..
il Fede che parla milanese, dice cazzate tutto il tempo, e quando è ubriaco fa tutto quello che gli si chiede di fare..
Ste
Fiore che corre in acqua e cade, "guarda, sto sulle due zampine!", e le lamentele perchè non so giocare a pallavolo..
Gabry che non mi saluta mai per poi urlarmi dietro, "non salutare eh!", "tutt'apposto a ferragosto?"..
Fede Genova, la Ludo, Fulvio, Mich, Clara, Atti, Alice, Anna, l'altra Ludo, Elisa, la Chiara e anche l'altra Chiara, Sonia, la Sara Milano frequentati davvero troppo poco durante quest'estate..

(Chissà se si ricordano di me Dadde, Molli, la Martina di Genova, Ale, Ste Polato, Ema, Ste Morana..)

E poi tutti quelli che quest'anno non si sono fatti vedere, per un motivo o per l'altro: i gemelli di Pinerolo - Matte e Michele, Luca, la Nicole, Leo, La Ce, la mia Fede Bolognese..

Sapete cosa vi dico?
Moneglia non è il posto, è la compagnia.



venerdì 28 agosto 2009

Ventisei.

No, è solo un'illusione ottima.
Questo è il post numero 26.
Sulla mia bacheca di blogspot mi dice che ho 26 post.
C'è qualcosa che non torna.
Possibile che a me non torni mai niente? Voglio dire, se tutto quadrasse alla perfezione, sarebbe più semplice. No? Certo che sì.
Va detto che la mia vita potrebbe essere noiosa se quadrasse sempre tutto.
Non che così sia eccitante neh..

Fatto sta che tra una settimana ho un esame e non sono preparata per un cazzo.
Del resto, se mi bocciano li accoltello tutti.
Anzi, farò una cosa molto alternativa.
Una cosa che non ha mai fatto nessuno, un'idea che è venuta solo a me.
Allaghiamo il Parini! , dai!

Tra l'altro, ci sono persone che hanno la media dell'8 e si struggono dalla mattina alla sera chiedendosi per quale stupido motivo debbano studiare una lingua morta (anzi, due).
E io, che sono stata rimandata e che riesco ad ottenere al limite una sufficienza, adoro il greco e sono felice di aver scelto questo liceo. E' buffo.

Pensandoci, non sono così sicura della mia scelta.
Oddio, non mi immagino in nessun'altra scuola, ma il linguistico m'ispira un casino.
Già mi hanno fatto abbandonare il tedesco, che adoravo.
Per poi farmi studiare l'inglese - a livello scolastico è poco utile, e lo so già.

Sono stanca, ansiotica, stressata, e quest'estate non ho neanche fatto una pausa - una vacanza.

Stupido greco.



lunedì 24 agosto 2009

Venticinque.

I fell in love with the Dj.
Si può essere meno maturi dopo la maturità?
C'è qualcosa di propfondamente sbagliato in tutto questo.

Estate finita. Per me è finita.
Milano, grigia e solitaria come sempre, la mia Milano, la adoro.
Però rivoglio la mia Moneglia.

Ho odiato questa partenza come tutte le altre, ma passerà, come tutte le altre.

Ora non mi resta che aspettare settembre, con la sua malinconia e la sua nostalgia, con i suoi esami e la sua scuola. Con il suo stupido greco.

Andare oltre è una cosa che non so fare.
E' inutile, non sono capace.



giovedì 23 luglio 2009

Ventiquattro.

Blinded by the Boss.

Mi dicono che se lo chiamano il Boss un motivo c'è, da qualche parte.
Ad esempio a Torino, in data 21 luglio 2009, il motivo c'era.

Lo chiamano il Boss perchè è il Boss. E basta.

C'è poco da dire, sul serio.

Per raggiungere la perfezione però mancava qualcosa.
Qualcosa come Thunder Road, Rosalita, I'm on fire. She's the one. Blinded by the light.

Tornerò per ricevere quel poco che l'altra sera non mi ha dato. Appena sarà di nuovo in Italia. Tornerà, tornerà.





lunedì 20 luglio 2009

Ventitrè.

Frammenti.

Ero in coda per sciacquarmi dal sale dopo un bangno nel mio adorato Mar Ligure, e davanti a me c'era un gruppo di bambini. Non erano, ovviamente, in coda in modo ordinato, però stranamente c'era silenzio. Non parlavano nè giocavano, mi sono stupita. Ad un certo punto un bambino si gira verso la piccola dietro di lui, lei era tenerissima, con gli occhi grandi e i boccoli biondi bagnati. Il bambino la guardava e dopo qualche secondo le ha detto, tendendole la mano "Ali, facciamo la pace?" e la piccola - suppongo si chiamasse Alice - ha spostato la mando del bimbo per poi abbracciarlo, e allora un'altra bambina che era più avanti si è girata e ha urlato "fai la pace anche con me!" e Alice ha abbracciato anche lei, e poi così tutti gli altri bambini, e alla fine la piccola bionda - che inizialmente era in fondo, imbronciata - ad un tratto teneva per mano due amici e giocava con gli altri.

Sono andata, l'altra sera, a prendere la macchina con mio padre - l'aveva parcheggiata lontano. Io dovevo buttare il vetro, e avevo in mano un sacchetto con dentro i barattoli e le bottiglie da buttare. Ad un certo punto è arrivato un gattino, ha fatto un giro attorno a me, correndo, e poi è venuto ad annusare il contenuto del sacchetto. Era bellissimo, piccolino, e anche piuttosto magro. Doveva avere molta fame.. Era bellissimo, gli avrei dato tutto il cibo del mondo, se solo avessi avuto qualcosa con me. Invece avevo solo i vetri vuoti, e mi sento in colpa ancora adesso. Era bellissimo, non mi mollava più, mi ha seguita fino alla macchina. Era bellissimo.

Vicino alla mia casetta lì al mare c'è una piccola chiesa, la chiesa di San Giorgio. C'è il campanaro di questa che si diverte un mondo a suonare le campane, o almeno credo, perchè ogni tanto fa praticamente dei concerti, quando suona. Ieri era San Giorgio, e invece di suonare i banali rintocchi delle 9.30 per la messa, ha suonato per più di venti minuti alcune canzoncine e qualche brano. Quando lo sento fare queste cose rido, perchè è come me quando ho in mano il mio basso, suonicchio a caso, non importa cosa, l'importante è suonare. E chi ha voglia di ascoltare basta che tenda l'orecchio. Ha suonato Fra Martino, e poi la sua preferita: London Bridge Has Fallen Down. La suona spessissimo, per questo credo che sia la sua preferita. Mi ha fatto ridere, però dopo mezz'ora di scampanate mi ero bella che rotta le palle, oltre che i timpani.

C'è una bambina che ha l'ombrellone vicino al mio in spiaggia. La trovo abbastanza brutta, quasi orribile oserei dire, e ha una faccia da stronza tremenda. Però mi devo ricredere, come al solito ho sbagliato (mai giudicare il libro dalla copertina, dicevano?). Ero su di un marciapiedi strettissimo, seduta per terra ad aspettare che arrivassero i miei nonni ad aprirmi perchè come al solito avevo dimenticato le chiavi di casa. Arriva questa bimbetta, io mi sposto per farla passare. Lei passa, e dopo essere passata si ferma per qualche secondo, guardandomi con gli occhioni dei bambini piccoli, con il mento all'insù per potermi vedere, mi dice "grazie!" poi sorride e se ne va trotterellando. Continua ad essere brutta, ma adesso mi appare tenera.



domenica 5 luglio 2009

Ventidue.

Bye!
Bella la partenza.
No, non è vero, la odio.
Le odio tutte. O quasi.
Non ho alcuna voglia di partire, di lasciare Milano, di stare senza il gomitolo di strade, senza il caos e senza l'inquinamento, senza i miei vinili, senza il mio stereo, senza il mio computer, senza il mio pianoforte, senza il mio basso, senza il mio letto che è il più comodo del mondo.
Porterò con me tutto ciò che posso, come ogni anno; le mie partenze estive somigliano sempre più a dei trasferimenti.
E tu? Non sopporto l'idea di doverti salutare, lo sai.
Non so neanche come lo farò.
Ma in fondo partite tutti, e anche se io restassi qui mi rimarrebbe addosso questa malinconia estiva, e calda.



I'll miss you all.



lunedì 29 giugno 2009

Ventuno.

Something.
E’ sempre lì.
Cioè, non sempre, spesso. E’ spesso lì. Lì.. qui.
Insomma, c’è una donna seduta sul gradino davanti alla banca sotto casa mia. E piange. La vedo di frequente uscendo di casa verso le 6 o le 7 di sera. Pensandoci, l’orario varia. L’unica cosa che è sempre uguale - non sempre, spesso, cioè, di frequente, insomma: quando vedo la donna - è il tramonto. Dunque, cambia a seconda della stagione, come fa il tramonto, l’orario di Miss Pianto. Con il motorino, uno scooter scuro, si siede sul gradino e piange, senza neanche togliersi il casco, piange disperatamente.
Secondo me ha avuto un incidente proprio qui, qui sotto. Ma lei non si è fatta male. E’ semplicemente accaduto che il motorino è scivolato e la signora è caduta. Ma Miss Pianto non era da sola: lei era dietro e abbracciava amorevolmente il guidatore. Il rapporto tra la donna e colui che guidava era stretto; molto stretto, troppo. Lei era sposata con un uomo ben piazzato - come si suol dire - un uomo maturo e responsabile. Erano sposati da anni, e lui aveva un buon posto di lavoro, tale che lei potesse non lavorare, dedicandosi solo a ciò che amava. Verosimilmente il marito era tranquillizzato da questa affermazione della moglie. “Cosa farai oggi cara?” “Non so, mi dedicherò a ciò che amo, mi rilasserò, mi divertirò e ti preparerò una cena squisita!”. In effetti la cena squisita c’era, quando il marito tornava a casa. Così lui si era convinto - da solo - che la passione della moglie fosse la cucina. In realtà la passione della donna era un uomo, quello che guidava il motorino. Il motorino lo usava sempre Miss Pianto, ma era intestato al suo sposo, che in casa gestiva tutto il materiale legale e finanziario. Dunque il motorino scivolò, e la coppia illegittima finì sulla strada, in mezzo alla carreggiata. Il traffico incasinato delle 7 di sera non fece in tempo a fermarsi, e un camion investì il guidatore. Lei ne uscì immune, invece. E al dolore di questa donna, soffocato per presenza del marito, si aggiunse l’obbligo di inventare un giustificazione, e in fretta, per la presenza dell’uomo sul motorino. Dopo aver creato insulse scuse, nascose nel silenzio la sua sofferenza, per non insospettire il marito. Ma smise di cucinare. E così, ogni sera, al tramonto, non avendo nulla da fare e rifiutandosi di cucinare l‘usuale cenetta squisita, di nascosto dallo sposo viene qui, sul luogo dell’incidente, e piange l’amato, sfogando tra le lacrime la sua ira e la sua sfortuna, senza togliere il casco perché le salvò la vita, e guardando il motorino su cui non molto tempo prima sedeva l’amore.
Non so dirvi cosa di questa storia sia vero. Anzi, so diverlo, in realtà. Niente di tutto questo è reale. Nulla.
Questa è la mia fantasia, la mia mente che vola, il mio cervello che lavora troppo su donne che piangono, sul gradino davanti alla banca, sotto casa mia.



No reason why

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