Life is a laugh.


Words are flowing out like endless rain into a paper cup,
they slither while they pass, they slip away across the universe.

Thoughts meander like a restless wind inside a letter box,
they tumble blindly as they make their way across the universe.

In the depth of winter, I finally learned that there within me lay an invincible summer.

mercoledì 12 ottobre 2011

Ottantasei.

E' difficile, sempre molto, sempre molto di più, capire cosa vuoi della tua vita, quando hai 18 anni e potresti fare tutto allo stesso identico modo in cui non potresti fare nulla.
E dicendo così ho detto proprio quel che volevo dire, sicchè, "non poter fare nulla" non corrisponde a "poter non far nulla".
Non intendevo che posso cazzeggiare per il resto della mia vita, ombre che pure ogni tanto mi ispira, ma proprio che sono capace di tutto e di niente allo stesso tempo.

E' una situazione piuttosto banale, credo, in quanto è sufficiente essere mediocri; senza esser bravissima in niente, sono bravina in tutto, e bravuccia in qualcosa. Brava non lo so.
A partecipare a questo c'è ovviamente la pigrizia.

Detto questo, c'è qualcosa, e nella sua banalità questa parola contiene tutto, perchè non riesco a trovarne una migliore - è proprio un qualcosa, che sento, nel naso, e dritto fino al cervello, quando entro in ospedale.

Sono andata a fare un esame del sangue, per dirla breve, e non trovavo la sala dove dovevo entrare. In realtà non è vero, ecco, è che mi piaceva girare per le corsie, e la scusa era perfetta.
Sapevo benissimo quale fosse la prima sala a destra del primo piano, ma non fa niente, voglio dire.

Tanto stavo bigiando e non avevo veramente niente da fare, a parte quel vagare a vuoto, leggere i nomi dei reparti, chiedersi a cosa serva un infettivologo neonatale - anche se poi ho pensato che se il mio bambino neonato avesse un'infezione farei di tutto per avere un infettivologo neonatale - vi prego vi prego un infettivologo neonatale! Il mio regno per un infettivologo neonatale!

L'odore di disinfettante che mi apre i polmoni, i pavimenti in linoleum grigini, così tristi, le infermiere che non mi guardano quando passano a occhi bassi, e leggono cose, leggono cose che non saprei leggere, i dottori corrono, il camice bianco, le biro nel taschino; ha qualcosa di mistico un posto così, la vita e la morte così vicine, si annusano a vicenda per tutto il tempo.
Io devo solo fare un esame del sangue e sento la morte nell'aria, non la mia, e non lì, perchè ogni cosa ha il proprio spazio in ospedale, e anche la morte ha il suo reparto privato.

E' solo che quando vedo l'ago vorrei essere dall'altra parte della siringa.

Ma non so, non so non so; perchè a scegliere la mia carriera in conseguenza ad un qualcosa mi sento priva di basi, e mi confondo le idee da sola.

Il bello di avere diciott'anni! Chiedersi dove si andrà a finire..

No reason why

La mia foto
fiori colori sole prato profumi mani voce labbra gonna greco pianoforte basso italiano luce fotografia biro.