Life is a laugh.


Words are flowing out like endless rain into a paper cup,
they slither while they pass, they slip away across the universe.

Thoughts meander like a restless wind inside a letter box,
they tumble blindly as they make their way across the universe.

In the depth of winter, I finally learned that there within me lay an invincible summer.

venerdì 29 gennaio 2010

Cinquantatrè.

Tschus tschus
E' triste dirsi "a domani" alle sei di sera, lo trovo triste; è simpatico, è tenero, è confidenziale, è sicuramente amichevole e noi non siamo amici.

"A presto" sarebbe forse meno triste, o forse lo sarebbe di più, non lo so; perchè a presto significa tra 10 minuti ma significa anche dopodomanii.
"A dopo" ha poco senso se non è detto che dopo ci sentiamo, ma potrebbe essere ciò che vorrei; mi darebbe forse la certezza che dopo sentirò ancora la stessa voce, mi darebbe forse la sensazione di aspettare qualcosa.
"A mai" è imponente, l'addio mantiene sempre la sua importanza; un saluto per sempre non può del resto essere leggero o buttato lì così.. "a stasera" è un appuntamento preciso che va rispettato, ma non si sa mai.
Giusto?

Il problema più grande è comunque le mia precisione nel notare quei minuscoli dettagli; avermi vicina dev'essere stressante talvolta, essere così pignola mi pesa in certe situazioni.
Questa.

E' triste dirsi "a domani" alle sei di sera perchè sono solo le sei di sera e domani è troppo lontano.

domenica 17 gennaio 2010

Cinquantadue.

Colla.
(non ho foto perchè non sono dal mio computer,
il quale ha deciso di abbandonarmi definitivamente)
E' che le sue mani sono così belle!

Penso che ognuno guardi tutte le altre persone basandosi su sè stesso.
E' come se tutti avessimo bene in mente il nostro peggior difetto e il nostro miglior pregio, e guardassimo di conseguenza l'aspetto di tutti gli altri.
Si chiamano fisse.
Tutti le hanno, e si manifestano quando guardiamo il nostro stesso corpo allo specchio o quando guardiamo quello altrui.
Così io quando guardo chi mi circonda, noto sempre gli stessi dettagli.
Le labbra e i denti, le spalle e le caviglie, i polsi e le mani.
E vale quasi per tutti.

E le sue spalle sono così belle!

martedì 12 gennaio 2010

Cinquantuno.

In the depth of winter,
I finally learned that there within me
lay an invicible summer.
Scrivo così poco ultimamente.
E non ho ancora ricominciato a scattare foto.

E' il freddo.
Quello fuori e quello dentro.
Quello solo e quello in compagnia.
E' il freddo.
Con le mani in tasca non riesco ad impugnare la macchina fotografica.
Con la sciarpa fin sopra al naso non riesco più a parlare con le persone.
Le guardo con gli occhi scoperti e taccio, non muovo le braccia per la giacca che mi ingombra ogni movimento.

Preferisco l'estate, dove ho gli occhi coperti dagli occhiali da sole ma posso esprimermi con tutto il mio corpo.
Preferisco la primavera, dove posso abbracciare chi voglio e ballare nei parchi.

Sai, dovrei smetterla con questa mia metereopatia.
Mi rovina metà anno.
E' stupido, controproducente, autolesionistico.

Com'era quella frase così vera?
"Nel pieno dell'inverno ho finalmente capito che dentro di me è insediata un'estate invincibile."

venerdì 8 gennaio 2010

Cinquanta.

Nascono oggi Elvis Presley e David Bowie.
(Sti gran cazzi - se mi permettete!)

Oggi, durante la lezione di latino, il mio sguardo era come sempre incollato alla finestra. O meglio, fuori da questa.
E c'era un grosso tubo di rame, credo, che con il tempo e per via dell'ossidazione ha preso da tempo quel colore verde sbiadito tipico. E mi è balzata in mente la statua della libertà, con un'agilità che non pensavo potesse avere un monumeto di tale dimensioni.
Mi è saltata in testa, dicevo, lei e la sua isoletta, e il traghetto che mi ci ha portata, e tutta Manhattan e New York, e anche Jersey City e l'albergo in cui stavo.
E mi è sembrato di sentirne l'odore, le luci dall'altra parte dell'Hudson e il silenzio di Wall Street. Ma soprattutto l'odore.
E l'immagine di quei palazzi che sembrano voler scappare nel cielo,
oppure semplicemente prendere le distanze dal terreno; una visione un po' snob, quest'ultima.
Però ci sta.
Vorrei anche io prendere un po' le distanze da questi pavimenti, ogni tanto.
E lo farò.
Rinchiuderò i miei piedini in scarpe che non mi permetteranno di camminare, e mi allungherò di qualche centimetro.
Per far cosa, poi?
Bah.
Solo che nel frattempo il professore parlava.
Mi spiace che il latino sia sempre martire di questi miei pensieri.

martedì 5 gennaio 2010

Quarantanove.

E' tanto stupido quanto dolce augurarsi buon anno ogni primo di gennaio, no?
E' così assurdo e allo stesso tempo bambinesco!
Non è possibile che un anno sia bello nella sua integrità, non è possibile che su 365 giorni ce ne siano 365 belli. E' improbabile, impossibile, ogni tipo di scienza è contro questa eventualità.
Non si può.

Ma ce lo si dice lo stesso! Ce lo si dice e ce lo si brinda; alla nostra salute, al 2010. Pussa via 2009!

365 giorni l'anno non possono essere tutti buoni.
Ma se i giorni belli sono più di quelli brutti, l'anno è relativamente positivo; sbaglio?
E 365 è dispari, quindi per forza di cose il numero di giorni belli e quello di giorni brutti non coincideranno.
Ma che senso ha dire che è buono un anno in cui vi sono 183 giorni belli?

Bah.

Vi auguro comunque un buon anno.
Perchè si fa, perchè è tenero, e perchè non vi avevo augurato Buon Natale!

No reason why

La mia foto
fiori colori sole prato profumi mani voce labbra gonna greco pianoforte basso italiano luce fotografia biro.