Life is a laugh.


Words are flowing out like endless rain into a paper cup,
they slither while they pass, they slip away across the universe.

Thoughts meander like a restless wind inside a letter box,
they tumble blindly as they make their way across the universe.

In the depth of winter, I finally learned that there within me lay an invincible summer.

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lunedì 19 settembre 2011

Ottantacinque.

raccomand.azioni
Uno solo è il campo in cui la bravura viene premiata davvero, in cui la fortuna ha la sua solita parte ma può esser contrastata; ma soprattutto, uno solo è il campo in cui le raccomandazioni davvero non ti sanno portare da nessuna parte.
Questo di cui parlo, è quello da calcio. O da tennis, hockey, pallavolo, basket, quello che vi pare.

Lo sport funziona in maniera logica e lineare, credo: se sei bravo vinci. Se sei scarso perdi.
Detto questo, poco importa che tu sia figlio dello zio del cugino del genero del migliore amico di te stesso, che poi ha sposato il proprietario della squadra.
Chi se ne frega, voglio dire.
Devi essere capace, se no ciccia.

Con questo, s'intende, che tu sia figlio di chi sei figlio non gliene frega niente a nessuno nemmeno nel senso opposto: non che tu avendo padre sportivo non possa fare sport, ecco.
Io non ne so niente di nulla - non so neanche saltare la corda, voglio dire - ma ho come l'impressione che Maldini (Cesare) e Maldini (Paolo) fossero parenti, mi sembrava, dico solo questo.

martedì 7 giugno 2011

Ottantaquattro.

stupidità
Fortuna o sfurtuna, sempre di loro si tratta, qualsiasi sia l'argomento o la conversazione o il trattato alla fine si arriva sempre a lei - vox media per eccellenza.
La gemella buona e la gemella cattiva..
Allo stesso modo anche la genetetica: non va molto oltre la casistica, il calcolo di probabilità, studio delle possibilità eccetera eccetera.
Così i geni sono questione di fortuna, o di sfortuna sempre, e cosa ti è capitato non dipende da niente al di fuori di queste. Queste due stronze. Perchè alla fine solo stronze sono.

Enella grande abbondanza di cattive qualità di cui è fornito il mondo, dell'enorme quantità di difetti esistenti, a me, proprio questo!
Avrei potuto avere le gambe storte, le dita tozze, il naso a patata, le cosce grosse, i capelli grigi.
Avrei potuto essere timida, testarda, frivola, ordinata, meschina, ninfomane, obesa.
E invece no!
Stupida dovevo nascere!

giovedì 28 aprile 2011

Ottantatrè.

Sono barocca, di fatto, l'opposto della semplicità; ho ghirigori dappertutto, sono pesante come il velluto rosso e il colore oro; non noiosa ma stucchevole, esagerata silenziosamente, e mai abbastanza; una parola in più, sempre una di troppo; queste sono le variazioni ritmiche di me.
Goffa e piena, strabordante, straripante, straparlante, stranamente.

domenica 17 aprile 2011

Ottantadue.

viaggio fisico mentale
non so, un viaggio da sola..
allo stesso tempo vorrei e non vorrei mai farlo.
io voglio avere qualcuno con me, sempre,
ma il viaggio è una cosa molto personale.
le mete, i tempi, i posti, le cose da vedere..

è impossibile trovare una persona che sia d'accordo con te su tutti i dettagli che comporta un viaggio.

mi allontano un attimo e guardo il quadro un po' più intero, da lontano, il disegno generale, sai, il quadro grande.
le mete, i tempi, i posti, le cose da vedere. Poi tutte quelle da fare, da comprare, da cercare, da lasciare.
boh.

è possibile trovare una persona che sia d'accordo con te su tutti i dettagli che comporta una vita?




sabato 16 aprile 2011

Ottantuno.

Tr.anslation Tr.ouble
In inglese c'è un tempo verbale, quella che noi chiamiamo la forma in -ing, che corrisponde grosso modo al nostro gerundio. Grosso modo!
Non è precissimo non per il significato che ha il gerundio, ma per l'uso che noi ne facciamo; il gerundio è il nostro "mentre".
Parlando ascolto la musica.
Mentre parlo ascolto la musica.

In inglese la forma in -ing ha un'immediatezza in più; l'azione non si sta svolgendo solo adesso nel senso di "nel frattempo", ma proprio in questo istante.
Ora.
E non tra un secondo, e non un secondo fa.
Adesso.

Così quando una cosa è complessa e confusa e intricata, loro dicono una cosa per cui li invidio tanto.
IT'S NOT MAKING ANY SENSE.
Che noi traduciamo con un banale "non ha senso"
ma non è proprio così.

Non sta avendo alcun senso.
NON STA AVENDO NESSUN SENSO!

venerdì 4 marzo 2011

Ottanta.

Provo una così vasta gamma di emozioni che fatico davvero a trovare nomi sufficenti, a collegare parole a sensazioni, a far combaciare tutti i pezzettini minuscoli che creano il gioco della mia mente.
Sono l'epicentro di un terremoto confuso (ordinato) che fa crollare castelli di carte e palazzi di vetro e mondi interi di quel lego con cui giocavo da bambina.
Sento emozioni che io stessa non riesco a sostenere, trattenere, controllare; cado, esplodo, rotolo giù.
E' tutto così più grande di me!
Non fa che invadermi la passione per ogni cosa; felicità, tristezza e rabbia sono tanto imponenti da strabordare, fuori dagli occhi, giù fino alla punta del naso arrossato dal freddo.
Travolta, spinta, deformata dai sentimenti; i ruoli s'invertono ed è lo stomaco a controllare il cervello, il corpo domina sulla mente - ma come posso evitarlo?
E' solo segno che sono viva..

domenica 23 gennaio 2011

Settantasei.

we are the waiting unknown
are we?
Ho perso molta della mia poesia per strada, correndo, così di fretta, così affannata - quanto parole rimaste nella biro bic, quella blu, la mia preferita, se le è tenute tutte per sè!
Però anche se non scrivo continuo a pensare, e guardo il foglio che un po' piange, e le parole diventano sempre meno e si sentono anche sole.

Spero tanto che arrivi il futuro, non vedo l'ora di conoscerlo!, ma come non confondere l'interesse e la curiosità tra loro? Alla fine futuro può essere anche oggi e allora cosa aspetto?
Trovando sempre un motivo che nella mia testa è valido per procrastinare non prenderò mai in mano quello che è già nella stessa mano che pure non vuole afferrare le cose, non le stringe, non le trattiene.

Non so, le (in)decisioni mi aspettano, e mi aspettano i capelli azzurri e quelli fucsia, corti o lunghi, lisci e mossi, e le scelte poi, non ne parliamo!

Adesso appena mi crescono i denti faccio tutto, davvero, lo prometto!



venerdì 17 dicembre 2010

Settantaquattro.

Mi spiace vedere la gente arrabbiata, la trovo triste. Me compresa ovviamente.

Le persone violente credono di rendere vittime gli altri, ma sono loro stesse ad essere, per prime, vittime della propria violenza. Schiave dell'istinto, prese da un sentimento così animale.
Tu che urli - con gli occhi fuori dalle orbite e le vene gonfie sul collo, paonazzo, non ti rendi forse conto d'essere sottomesso a quell'ira folle?
Non ti accorgi che nel momento in cui ti prende perdi il controllo di te stesso? Che è lei a prendere te? Che è lei a governarti?
Sei oggetto quando credi d'essere soggetto.
Batti i pugni contro muri innocenti, stramaledici un Dio altrui, e poi il tuo, facendoti servo di un tale furore.

domenica 26 settembre 2010

Settantadue.

lo stato attuale delle cose
La gente passeggia con aria assorta portandosi dietro i proprio guai in cartelle colorate rosse verdi gialle e blù.
Nel porta cd di fianco al letto, in ordine alfabetico, le occasioni perse di una vita aumentano e crescono ancora. Un album pieno di figurine d'impegni e cose da fare; la copertina plastificata nera lucida resiste alla pioggia al vento alla neve al sole agli urti agli strappi - qualsiasi cosa succeda a quelle pagine mantengo vivi i miei doveri, rimandati un giorno in più.
La gente mangia il proprio tempo rimpinzandosi di numeri elencati su calendari, orologi, contando le lune, contando le stelle.
Sono al bar con qualche amico e prendiamo qualcosa da bere, veloce, veloce, scappa, corri, è tardi, ma siamo appena arrivati!, è tardi, è tardi, siamo sempre qui ad aspettare te. Vabè prenderò qualcosa al bancone, tu che vuoi? Un.. Niente - senza ghiaccio per favore.
Io mangio l'aria e il vuoto mangia me, chi mangia chi?, cane mangia cane, non l'ho letto, dovrei.
Anoressica e sua sorella è anche troppo magra ma mai abbastanza, questo non ha senso, questo non ha davvero senso.
Non sono in vena di sensi ultimamente, nè quello giusto nè quello contrario, nè a destra nè a sinista, nè uno dei quattro, nè uno dei cinque, e neanche il sesto.
Comunque il caos altro non è che un ordine cosmico.

venerdì 17 settembre 2010

Settantuno.

Running over the same old ground,
what have we found? The same old fears!

C'era una storiella di un uomo che si buttava giù dal cinquantesimo piano.
Ormai nell'aria, parlava con sè: fin qui tutto bene, fin qui tutto bene. Era al quarantesimo piano. Anche al trentesimo piano andava tutto bene. Così al ventesimo, all'undicesimo, al decimo e anche al nono. Fin qui tutto bene, pensava, fin qui tutto bene.

Allo stesso modo ho paura di trovarmi ancora così, di sentirmi come mi sono già sentita, di rimanere di nuovo intrappolata e ingarbugliata e incatenata a qualcosa, o qualcuno, per poi schiantarmi contro la solita vecchia realtà (che sa di pavimento sporco e troppo calpestato).
E per quanto il volo possa essere bello il timore rimane, penso forse troppo al futuro? Come fare a non guardare avanti, nè indietro?

Fin qui tutto bene.
Il problema non è la caduta. è l'atterraggio.


martedì 31 agosto 2010

Sessantotto.

Niente paura, ci pensa la vita!
- mi hanno detto così..
Pensare cose banali a volte mi conforta.
Dato che c'è qualcuno che mi dà della matta.. Se penso cose che sono state già pensate sicuramente sono nella norma.
Almeno questo!

Pensavo che cambio in base alla situazione, ma penso che lo pensino tutti, insomma è un pensiero comune.. la mia testa è troppo pensante e pensierosa e pensosa.
Insomma.

Poi vorrei fare un elenco delle cose che mi piacciono di più al mondo.
Le più belle di tutte proprio.
E' difficilissimo!
Non so quale mettere per prima. Forse è solo un elenco, e non una classifica..
Voglio dire, se lo chiedessi a qualcuno. O a tutti.
Andare in giro a chiedere solo - qual è la cosa che preferisci?
Piano piano mi vengono in mente.
L'altro giorno pensavo agli abbracci.
A quanto è bello abbracciare le persone strettestrette, o farsi abbracciare.
Questa sicuramente va nell'elenco.
Quindi direi che mi piacciono gli abbracci!



sabato 10 luglio 2010

Sessantasei.

Fulminata
E' così brutto avere un'ombra sulla testa!
Qualcosa che ti copre sempre dalla luce del sole, qualcosa che fa sì che tu non possa esporti, che ti nasconde sempre!
Puoi vivere contento nella tua oscurità, puoi essere allegro anche al buio - ma vuoi mettere? Le nuvole con il sole?
Il caldo dell'accettazione, la chiarezza delle cose - in contorni definiti. Invece sotto l'ombra tutte le ovvietà scompaiono.
Che poi, cosa sto dicendo?
Penso di aver paura del buio, come quando ero bambina.
Dovrai ripetermi ogni cosa tre volte, una non basta dal momento che non ti vedo, non vedo cosa sta succedendo, non vedo niente, non vedo.
E' così brutto avere un'ombra sulla testa!


martedì 6 luglio 2010

Sessantacinque.

S(con)volgimenti
Alcune cose mi sconvolgono, mi prendono direttamente lo stomaco, senza una grande spiegazione; alcune cose che sapevo, ma che non sapevo di sapere. Insomma, quante volte faccio finta di non accorgermi di mille segnali? Quante volte scherzo e rido su realtà?
Odio quest'ansia che mi riempe i polmoni, lasciando così poco spazio all'ossigeno.
Ho veramente bisogno di chiarezza, qualche volta. Il dubbio è troppo ampio, è troppo grande, invadente. L'età dei perchè per me arriva adesso - ma passerà?
Perchè al tramonto vedo il sole rosso?
Perchè i Queen parlano di me?
Perchè questo sta succedendo?
Perchè non capisco più niente?
Perchè non respiro?
Ma, soprattutto, perchè faccio foto alla gente appena sveglia?


Is this the real life? Is this just fantasy?



N o e s c a p e f r o m r e a l i t y .

mercoledì 30 giugno 2010

Sessantaquattro.

this is my land - reach me!
Svegliarsi la domenica mattina e vedere che manca il latte, e che è troppo tardi per andare a comprarlo perchè il supermercato chiude alle 13.15 e tu ti sei alzato verso le 13.16 circa. Accidenti.

Comunque non so perchè preferisco i tramonti all'alba, forse non c'è neanche una ragione.
E' che le albe mi sembrano tutte uguali e i tramonti così diversi. Ma quando lo dico alle persone non mi credono e mi rispondono che le albe sono tutte differenti, e allora penso che sono io che mi sono persa qualcosa, che c'è qualche dettaglio che mi sfugge, e sì che di colori ne vedo tanti eh.
Ma a me i tramonti piacciono di più. E basta, cacchio!
C'è da discuterne?
Tanto, cosa cambia?
A me piacciono i tramonti e a te piace l'alba, a me piace il sole e a te la luna, io vivo di giorno e tu di notte. Va anche bene, dico io. A me i contrasti non infastidiscono. Va tutto bene, no?
E poi, non dimentichiamoci che qui nessuno è solo. Anche se non amo Tiziano Ferro in generale, questo è importante!
Nessuno è solo!



giovedì 13 maggio 2010

Sessantadue.

(e la formula chimica del latte?)
C'è una puntata di Grey's Anatomy in cui loro due sono innamorati e adesso che vivono insieme lui è stravolto perchè lei russa terribilmente impededogli di addormentarsi.

Distunguere.
Il semplice dal banale, il liberty dal roccoccò, un muro da una linea, il dolore dalla paura, l'acido dalla base e dall'acqua. Anfitropica.
"Anfitropico" è un termine chimico che definisce quei liquidi che possono essere sia acidi sia basici.
Insomma, in una reazione questi possono essere acidi oppure no.
Tutto dipende dall'altro reagente.

Ecco, penso di essere una sostanza anfitropica.
Ero quasi sicura d'essere basica fino a poco tempo fa.
Ma alla fine tutto dipende dall'altro reagente.

E' sempre una questione di chimica.

E poi adoro la fine di quella puntata di Grey's Anatomy, dove lui arriva a casa e trova sul cuscino dei tappi di cera, se li infila nelle orecchie e sorride, e l'abbraccia mentre lei sta già dormendo, ed è così bello che vorrei esserci io lì.
(V-H2O)


venerdì 2 aprile 2010

Sessantuno.

Metto a fuoco il mondo (con un accendino)
Cacchio volevo farvi un super-pesce d'aprile ma mi sono accorta solo adesso che aprile è già arrivato.
E oggi è troppo tardi perchè è il 2!
Accipicchia!

Gli anni mi stanno scivolando addosso noiosi e tutti uguali; vorrei sentirmi più grande, o forse più giovane, o forse più matura rispetto all'aprile scorso e invece mi trovo ogni volta identica a me stessa.
Vorrei un progresso; vorrei un miglioramento nelle mie foto e nel mio modo di scrivere, una crescita nel modo in cui sono trattata dalla mia famiglia, un'evoluzione nelle mie conoscenze, un incremento nelle mie esperienze - siano queste stupide o furbe.
Vorrei non aver bisogno di un documento scritto per testimoniare la mia crescita.
Non mi interessa diventare adulta nel senso di compiere 18 anni per poter guidare o dire "guarda, sono grande!"; le uniche cose che davvero agogno, che davvero invidio in chi ha più anni di vita dietro, sono la libertà totale e il non dover rendere conto a nessuno.
Sono due cose che si schiacciano tra loro alla mia età.
Perchè devo sempre dire quello che faccio prima di farlo, e questo mi toglie un po' di respiro libero.
E perchè allora posso o dire o fare quello che voglio. Solo una delle due cose.
Per fare quello che voglio non posso dirlo, se lo dico non lo posso fare.

Odio la famiglia stile Mulino Bianco.
E odio mia madre quando tenta di convincersi che siamo così anche noi.



lunedì 29 marzo 2010

Sessanta.

Claustrofobia
Ho bisogno di
una scintilla
Chi
mi blocca

Voglio una
respirazione bocca a bocca
un passaggio
d'anima
un regalo
invisibile
una via
d'uscita

Fatemi
respirare
la vostra stessa aria

Lasciatemi
condividere
questa stessa cella

Guardatemi
ora
senza pena
o compassione



M a y b e I j u s t w a n t t o f l y ; w a n t t o l i v e , d o n ' t w a n t t o d i e .
M a y b e I j u s t w a n t t o b r e a t h e .
M a y b e I j u s t d o n ' t b e l i e v e .
M a y b e y o u ' r e t h e s a m e a s m e : w e s e e t h i n g s t h e y ' l l n e v e r s e e .

martedì 23 marzo 2010

Cinquantanove.

Penso che l'interpretazione sia una cosa talmente personale da trovare difficilmente una persona che condivide la tua.

Penso di avere un'intepretazione piuttosto particolare del sintagma "pieno di vita", nel senso che la vita non è tutta bella. Giusto?
La vita è fatta di alti e di bassi, e va bene così; va bene così in tutti i problemi che crea e in tutte le soluzioni che non esistono. Va bene così più che altro perchè non può non andare bene così.
Una persona piena di vita non è necessariamente qualcuno che ride sempre.
Una persona piena di vita è una persona che rispecchia la vita per com'è; è una persona che può essere felice ma può essere anche triste. E' una persona che quando prova qualcosa lo mostra, lo butta fuori - sia il suo sentimento positivo o negativo. E' qualcuno che rappresenti la vita in piccolo, con i pregi e i difetti che questo comporta.
Pieno di vita, ai miei occhi, non è contrario di depresso nè è sinonimo di allegro; è solo opposto di apatico. E, forse, banalmente, sinonimo di vivo.

Sarà un ragionamento stupido.
Ma odio pensare che una persona piena di vita sia qualcuno che non fa che ridere.
Perchè così mi sembra più superficiale che altro.
E perchè così non conoscerei nessuno pieno di vita.



domenica 17 gennaio 2010

Cinquantadue.

Colla.
(non ho foto perchè non sono dal mio computer,
il quale ha deciso di abbandonarmi definitivamente)
E' che le sue mani sono così belle!

Penso che ognuno guardi tutte le altre persone basandosi su sè stesso.
E' come se tutti avessimo bene in mente il nostro peggior difetto e il nostro miglior pregio, e guardassimo di conseguenza l'aspetto di tutti gli altri.
Si chiamano fisse.
Tutti le hanno, e si manifestano quando guardiamo il nostro stesso corpo allo specchio o quando guardiamo quello altrui.
Così io quando guardo chi mi circonda, noto sempre gli stessi dettagli.
Le labbra e i denti, le spalle e le caviglie, i polsi e le mani.
E vale quasi per tutti.

E le sue spalle sono così belle!

venerdì 8 gennaio 2010

Cinquanta.

Nascono oggi Elvis Presley e David Bowie.
(Sti gran cazzi - se mi permettete!)

Oggi, durante la lezione di latino, il mio sguardo era come sempre incollato alla finestra. O meglio, fuori da questa.
E c'era un grosso tubo di rame, credo, che con il tempo e per via dell'ossidazione ha preso da tempo quel colore verde sbiadito tipico. E mi è balzata in mente la statua della libertà, con un'agilità che non pensavo potesse avere un monumeto di tale dimensioni.
Mi è saltata in testa, dicevo, lei e la sua isoletta, e il traghetto che mi ci ha portata, e tutta Manhattan e New York, e anche Jersey City e l'albergo in cui stavo.
E mi è sembrato di sentirne l'odore, le luci dall'altra parte dell'Hudson e il silenzio di Wall Street. Ma soprattutto l'odore.
E l'immagine di quei palazzi che sembrano voler scappare nel cielo,
oppure semplicemente prendere le distanze dal terreno; una visione un po' snob, quest'ultima.
Però ci sta.
Vorrei anche io prendere un po' le distanze da questi pavimenti, ogni tanto.
E lo farò.
Rinchiuderò i miei piedini in scarpe che non mi permetteranno di camminare, e mi allungherò di qualche centimetro.
Per far cosa, poi?
Bah.
Solo che nel frattempo il professore parlava.
Mi spiace che il latino sia sempre martire di questi miei pensieri.

No reason why

La mia foto
fiori colori sole prato profumi mani voce labbra gonna greco pianoforte basso italiano luce fotografia biro.