Sogno, vinile e passato.
Basta. Adesso basta.Non ci vuole tanto, in fondo.
Non tanto tempo, almeno. Ma sicuramente tanto coraggio.
Prendo il disco. Dov’è finita la tecnologia? Prendi un cd, o l’iPod: sarebbe più semplice. No. Io voglio il vinile. Quello che ho comprato pensando a lui. A lui che adesso non mi vuole. A lui che non mi perdonerà. A lui che non tornerà. Ma non importa. Adesso ho solo voglia di mandare affanculo tutto. Tutto e tutti. Dai, metti su il disco. Il coltello affianco al giradischi. Dove hai preso tutto questo coraggio? Non l’hai mai avuto. Da dove vien fuori? Chi se ne frega. Affanculo. Metti la puntina sul vinile nero. Fai girare il piatto. Gira, gira, gira. Perché quando il sangue non scorrerà più nelle tue vene, quando sarà tutto uscito e non potrà più scorrere, in quel momento il vinile continuerà a girare. E a suonare. Gli U2. Ah, quanto odio gli U2. Ma lui No. E quando il disco continuerà a girare, io non ci sarò più. E’ bene, dunque, che sia qualcosa che piaccia a loro. Loro che lo sentiranno quando ormai sarà tardi. Loro che ci saranno quando il disco continuerà a girare. Loro che sono la causa di tutto questo. Comincia la musica. Ah.. Questo brano. Quanti ricordi. Era un umido e freddo giorno di Dicembre.. Anche se oggi è ottobre. Non importa. Affanculo.
L’importante è porre un termine a tutto questo…
Termine posto.
Termine deciso.
Termine arrivato.
Il sangue comincia a scorrere.
So long.. This love won’t let me go. Oh, sì, invece. Quanto scommetti che questo amore mi lascerà andare? Mi accascio a terra. La schiena contro il letto. Ora basta aspettare. Il dolore mi trafigge tutta, le lacrime cominciano a scorrere. Lacrime negli occhi e sangue sulle mani. Forse è solo questo che volevano.
Qualcuno spalanca la porta della mia camera. Devo aver lasciato il portone aperto. Amici. Due amici qui, a cercarmi. Mi vedono accasciata a terra, piangente. Notano le lacrime, non notano il sangue.
“Lucy! Ma che stai facendo?”
“Muoio.”
Ecco, ora notano il rosso sui miei polsi.. Sento che Sam, dietro, trattiene il respiro.
“Ma sei scema? Ma perché?!”
Rido.
Rido, rido e rido. Così voglio che finisca la mia vita. In una risata. Forse la più brutta, sicuramente l’ultima, basta che sia una risata.
Ma mentre Dan è qui che cerca di svegliarmi, che cerca di farmi ragionare e di capire il motivo di tutto questo, Sam di là chiamava qualcuno. Non so chi. Ma chi se ne frega. Affanculo.
“Cazzo, Lucy! Perché ridi?! Cosa c’è da ridere?!”
“Ma io non sto ridendo. Io sto piangendo.”
“Ma allo stesso tempo ridi! Sorridi! Che senso ha?!”
“Rido.. Sì. Non la senti la musica?”
“La musica.. Sì. Vuoi che la fermi?”
“NO! No, non farlo. Ti prego.”
Quel primo no sembrava uno scatto di vita, accasciata a terra mi ero mossa violentemente per insistere sulla musica e sulla sua presenza. Doveva esserci. Faceva parte del gioco.
"Ma perché, Lucy? Spiegami il motivo, almeno!”
“Perché mi chiedi il motivo di tutto questo? Cosa importa? Sto morendo.”
“No, tu non morirai. Non lo voglio, non lo vuole nessuno.”
Rido. Di nuovo, rido di nuovo, perché voglio morire così. Con la musica di sottofondo..
“Lucy, e il dolore? La tua paura per il dolore? Non l’avresti mai fatto. Non senti male?”
“Certo, Dan. Sto male. Sto piangendo, non vedi? Mi fa male tutto. Ma sto facendo la felicità di tante persone in questo momento. Ahahah.. Affanculo. Volevano questo, no? Affanculo.”
Arriva qualcun altro. Entra, ma sta sulla soglia della porta. Non so chi è. Non presto attenzione a questo. Entra anche Sam, dicendo che ha chiamato l’ambulanza. Ma a che serve?
“Perché l’hai chiamata? Tanto non arriverà.”
“Perché dici così?”
“Perché è così. Arriverà troppo tardi. Perché questo paese fa schifo, e perché a nessuno interessa salvarmi. E poi.. Fanculo.”
Seduta a terra, la schiena appoggiata al letto, le braccia pure. I polsi rossi, il copriletto macchiato, il materasso si sta impregnando di sangue.
Wow.
Arrivano altre persone, arrivano correndo, arrivano ansimando, arrivano spaventate.
Arrivano con la faccia di sapere cosa stanno per vedere, ma una volta arrivate assumono un’espressione attonita, stupita.
Cosa si aspettavano? Che mi stessi uccidendo su di un letto di rose?
Ormai la seconda traccia è cominciata. Amore.. Salvami. Ahahah.. Che buffo. Amore.. Esistesse.
E poi arriva lui, lui che ha provocato tutto questo, lui che da qualche tempo non mi saluta e non mi parla, lui che da qualche tempo incrocia il mio sguardo e nasconde il suo, lui che mi volta le spalle, lui che se ne va quando io arrivo, lui che mi vede e si gira schifato. Ma ora No. Ora ha la paura negli occhi. è allarmato, si fa spazio tra la gente sulla soglia della porta per entrare. La paura negli occhi, ma il coraggio di avvicinarsi a me.
Dan si sposta.
Ora siamo solo io e lui. Tutti gli altri dietro non importano.
Mi guarda.
Yeah, I'm here, without a name,
In the palace of my shame.
I said.. Love, rescue me. “Ma cosa fai, Lucy?
Che cazzo stai facendo?"
“Muoio.”
“E perché?”
“Perché.. Oh, Bob. Non lo so perché.”
Sì, invece, lo so. Ma non riuscirò a dirglielo. Non ce la faccio. Il coraggio di uccidersi.. Ma il coraggio di confessare qualcosa No. Buffo.
“Sì che lo sai.”
“Forse lo so.”
“Lucy. Sicuramente lo sai.”
“Allora lo sai anche tu.”
Sì, lo sa anche lui. E’ chiaro.
“Ti ho pensato in questo periodo. Mi sei mancata.”
“No, non è vero.”
“Sì che è vero.”
“Non mentirmi, Bob. Non mi serve. Non adesso che sto cercando di liberarmi dal dolore.”
“Non ti sto mentendo. Non ti ho mai mentito.”
“Se fosse vero, se fosse così, ora io non sarei qui. Non sarei arrivata a questo.”
Mi bacia. Ma io resto immobile. Che senso ha?
“Perché adesso? Perché adesso che sto morendo? Perché non prima?”
Qualche lacrima scende dai suoi occhi. E io mi sento meno sola. Piange. No, non voglio vederlo piangere. Non voglio ricordarlo così. Voglio tenere un ricordo diverso di lui. Voglio ricordarlo come sorrideva, come sorrideva solo a me. Con il suo sorriso dolce, non con la risata aperta che fa con gli amici. Con il sorriso appena accennato che faceva solo a me. Guardandomi negli occhi. Ecco, così lo voglio ricordare. Guardandomi negli occhi. Ma ora.. Ora piange. Guardando da un’altra parte.
Gli sfioro il viso. Il naso, la guancia, quelle labbra. Sotto il mento la mia mano, lo tiro su, faccio in modo che mi guardi negli occhi. Il sangue gocciola un po’ sulla spalla della sua camicia.
“Ehi.. Tranquillo. Non fa niente.”
Sorrido. Lui non sa cosa dire.
Poi mi sento male. Improvvisamente. Chiudo gli occhi, appoggio la testa sul materasso. Da lì in poi sono solo suoni confusi, voci tristi e lontane, quasi nessun’immagine. Un’ambulanza che si ferma sotto casa, qualcuno che mi prende per il piedi e per le braccia, mi appoggia su qualcosa - una barella, fredda e asciutta. Forse preferivo il mio tappeto imbrattato di lacrime e sangue, era caldo, quasi accogliente. La sua mano lascia la mia, e in breve tempo, l’aria aperta. Lo so che è la via dove abito, lo sento.
E il sole.
Il sole splende fuori.
Ma non m’importa.
Affanculo.
I've conquered my past.
The future is here at last.
I stand at the entrance
to a new world I can see.
The ruins to the right of me
will soon have lost sight of me.
Love.. rescue me.